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domenica 29 marzo 2015

Le traduzioni giurate o asseverate in breve

Cosa significa asseverare o giurare una traduzione?
Per chi fosse alle 'prime armi' o chi ancora non avesse avuto modo di farlo anche se già traduttore, giurare o asseverare una traduzione significa recarsi in tribunale o presso l'ufficio del Giudice di Pace e di fronte al funzionario preposto giurare a voce che si è tradotto integralmente e fedelmente un testo che un nostro cliente ci ha affidato, sottoscrivendo al tempo stesso il giuramento davanti al funzionario. Esiste un modulo scaricabile (o almeno, così è per il Tribunale di Pisa) dal sito stesso del tribunale, che un traduttore deve riempire con i propri dati e quelli del cliente che gli ha dato l'incarico.
Per le traduzioni giurate, oltre al prezzo pattuito per il lavoro con il cliente, bisogna mettere in conto anche le varie marche da bollo che servono e calcolate come spese extra: quella dei diritti di Cancelleria da 16,00 € e quella del verbale di giuramento da € 3,68 (che però non tutti chiedono, dipende dagli uffici di competenza). Ad esempio io aggiungo anche un costo a forfait del servizio e nostre spese (ora/e di attesa per possibile fila in tribunale, calcolo della benzina per il viaggio, parcheggio o biglietto treno/bus ecc..)
La marca da bollo di € 16,00 ne va applicata una su ogni 4 pagine della traduzione, mentre per il verbale solo una da € 3,68 sulla pagina unica del verbale stesso. Ma questa operazione la deve fare in loco il funzionario di fronte al traduttore, prima di apporre i vari timbri e la sua firma sul verbale finale. 
Elemento fondamentale delle asseverazioni: SI DEVONO GIURARE I DOCUMENTI ORIGINALI O LE COPIE AUTENTICATE DA UN NOTAIO O DAL COMUNE, altrimenti non è possibile fare l'operazione. 
E altra cosa molto importante la traduzione non deve essere separata per nessun motivo dagli originali una volta effettuata l'asseverazione, perché i timbri vengono apposti proprio a cavallo tra i due fogli (originale e traduzione) e affinché l'operazione possa considerarsi regolare non deve avvenire alcuna separazione. 
Quindi chi deve inviare tutto a qualche ufficio, ditta, oppure all'estero, io consiglio sempre di farsi una copia autenticata di tutto così potrà essere ritenuta valida anche in caso di assenza degli originali.
A Pisa non occorre essere iscritti all'albo del CTU per andare a giurare le traduzioni, mentre in altri tribunali di altre città è elemento imprescindibile. 

sabato 14 marzo 2015

Tradurre per una rivista internazionale: cosa deve fare un traduttore

Dopo tanto tempo ritorno su queste pagine del mio blog per condividere con voi alcuni punti fondamentali per noi traduttori da tenere in mente quando e se ci ritroviamo a tradurre per una rivista internazionale. All'interno della quale molti articoli devono essere tradotti dalle lingue straniere L'intervento di Alberto Notarbartolo, vicedirettore della rivista 'Internazionale' di questa mattina, avvenuto presso la Sala Convegni del Grand Hotel Duomo di Pisa e organizzato dalla SSML di Pisa, è stato particolarmente illuminante. Non una 'classica' lezione, bensì suggerimenti preziosi per chi intende tradurre nel settore giornalistico.
Per chi ancora non la conoscesse, Internazionale è una rivista settimanale che vende 120.000 copie ed è stata fondata nel 1993, 'il meglio di tutti i giornali del mondo tradotto per voi'. Lui è uno dei fondatori che ha sempre creduto in questo progetto che ha avuto successo, nonostante la crisi economica degli ultimi anni. Iscrivendosi alla newsletter c'è anche un link e cliccandolo si può accedere alla lettura di tanti giornali di tutto il mondo.
'Questo mio intervento' ha detto Notarbartolo 'potrebbe riassumersi in un solo minuto volendo: scrivere, bene, chiaro, corto, comprensibile; con frasi brevi, coincise, verbi all'attivo e non costruzioni passive che risultano meno chiare a chi legge velocemente (è una rivista che si può leggere sul bus, sul treno, in una sala d'attesa, non un romanzo...), dimenticate gli avverbi, il congiuntivo: usate sempre aggettivi semplici ma che si ricordino, no ai verbi difficili, parole corte. Il testo deve essere scorrevole e facile da capire'.
Un esempio pratico e rapido è stata la frase 'Pisa RAPPRESENTA il cardine della cultura dell'arte...ecc'. Il verbo rappresentare 1) troppo lungo per problemi di spazio in un articolo, bisogna tagliare spesso e 13 lettere qui sono troppe 2) ricorda il mondo teatrale 3) è un verbo 'pesante' all'orecchio...perché quindi non dire 'Pisa E' il cardine..' se in fondo è così? Il verbo è alleggerisce la frase visivamente e all'udito e rende tutto più piacevole.
Altro esempio degli aggettivi..al posto di dire 'luogo pieno di splendori' per l'arte perché non usare 'bello'? 
'Siate impietosi con voi stessi. Tagliate il più possibile in una frase dove si può tagliare, nelle vostre traduzioni lasciate solo le cose fondamentali, quelle che senza di esse la frase non avrebbe senso. Frasi chiare e corte vincono in questo settore' ha detto Notarbartolo.
Dulcis in fundo, il problema spazio-tempo. 
Lo spazio fisico sulla rivista dato a un articolo da tradurre può variare sulla base del fattore imprevedibilità. Magari un'ora prima si è deciso di affidare la traduzione di un trafiletto o di mezza paginetta a un traduttore, poi accade qualcosa di improvviso in un'altra parte del mondo e la notizia va pubblicata subito sotto a quell'articolo da tradurre già affidato, quindi lo spazio potrebbe ridursi ulteriormente e il caporedattore informa il traduttore che dovrà far stare tutto in ancora meno spazio.
La bravura di un traduttore che traduce per una testata giornalistica sta nel sapere scrivere bene e subito, non c'è tempo per stare a rivedere troppo una traduzione, i tempi possono essere molto brevi (anche solo 2-3 ore per la consegna in caso di urgenze) e occorre essere reattivi e tempestivi.


mercoledì 23 aprile 2014

Come rassicurare un cliente

Come rassicurare un cliente che ci ha chiesto un preventivo? Magari il preventivo è venuto alto come cifra perché oltre ad essere un testo specialistico il materiale non è poco; lui nonostante questo vorrebbe accettare ma forse non si fida troppo perché è la prima volta che ci contatta e noi gli abbiamo chiesto un acconto.
Dunque che fare?
La prima cosa è cercare di capire chi è il nostro cliente. In genere questo non vale per le agenzie, che comunque non danno acconti e che prima di accettare un preventivo alto vanno in caccia del migliore offerente a livello di prezzo e tempistiche di consegna.
Se però il nostro cliente è un privato oppure un'azienda, allora possiamo indirizzare noi la persona o la società per cercare di accaparrarci quel dato lavoro e conquistare la sua fiducia.

Per un privato possiamo inviare il nostro CV - se non abbiamo un sito proprio sul quale è caricato - dimostrandogli quindi che siamo dei professionisti sul mercato e che in quel settore da lui richiesto abbiamo sufficiente esperienza per potersi fidare, oppure se abitiamo nei paraggi del cliente possiamo proporgli un appuntamento portando con noi anche dei lavori già fatti simili a quelli che lui ci ha chiesto (togliendo ovviamente i dati sensibili e personali se presenti nelle traduzioni) in modo da dimostragli concretamente che il nostro lavoro lo sappiamo fare e che lui di deve fidare. 

Se invece è un'azienda possiamo inviare per e-mail al cliente l'indirizzo mail o telef. del nostro precedente committente per poter richiedere una referenza (ovviamente il tutto previa autorizzazione dei nostri precedenti clienti). Questa cosa è particolarrmente apprezzata dalle aziende, che quasi sempre al sentirsi dire ' Può chiedere referenze a tizio, caio o sempronio sul mio operato' in genere abbozzano con un 'Ah grazie, ma non si preoccupi non importa, ci mancherebbe'. Anche se poi non lo fanno (quasi) mai di contattare un nostro vecchio cliente, però a loro fa piacere sentirsi dire una cosa del genere, perché li rassicura che qualcun'altro in precedenza abbia già richiesto a noi una traduzione come la loro e tutto sia filato liscio. 

Io ad esempio ho scelto di chiedere sempre un acconto oltre una certa spesa, per spiacevoli fregature che ho avuto in passato.
Ad esempio, spiegare proprio che l'acconto non lo chiediamo solo a loro, ma che è una nostra scelta oltre un certo importo, non è un delitto anzi, dimostrare al cliente con esempi concreti il perché di questa cosa ci renderà ancora più professionali. Infatti, il cliente deve capire che - oltre a tutelarci noi come traduttori - si tutela anche lui, perché una volta che il cliente ci ha versato un acconto il traduttore non può non consegnare il lavoro in tempo o accantonarlo dando la precedenza ad altri...e non ci sono scuse che reggono per eventuali negligenze o ritardi di consegna. Io la vedo come una doppia tutela e sicurezza.

Se il cliente ci chiede una consegna stretta e ci chiede di rispettarla ma capiamo che ci tiene ed è ansioso, mandiamogli noi dei feedback su come procede il lavoro di tanto in tanto. Così lui sarà sereno.

Non essere troppo pressanti con il cliente è anche un altro punto di forza.
Infatti se stiamo troppo addosso al cliente insistendo e insistendo perché scelga noi, è quasi matematico che non ci sceglierà, anche se il preventivo è più basso. Invece dobbiamo fargli arrivare il sottile messaggio del 'ci pensi pure senza impegno, io sono qua e le ho spiegato chi sono, cosa faccio e come lavoro'. In genere a me funziona molto bene questa tattica, perché dimostrando sicurezza in noi stessi, se il cliente percepisce questa sensazione siamo avanti di un punto rispetto ad altri traduttori che tempestano di mail o telefonate l'azienda per avere un riscontro sul preventivo inviato.
Provare per credere.


domenica 30 marzo 2014

Come traduco i brand in cucina? Localizzare o no? Dubbi e possibili soluzioni

In effetti sembra semplice tradurre un testo di cucina, inizialmente pare una semplice traduzione...ma più uno si addentra nel testo, più nascono dubbi e domande! 
Eccone uno molto frequente in questo tipo di testi culinari. Come gestisco i brand che incontro?
Pochi giorni fa mi è capitato durante l'ultima lezione-correzione al corso di traduzione enogastronomica che ho frequentato. Avevo tradotto un testo dallo Spagnolo di cucina veloce che presentava delle foto appetitose per l'apparato iconografico, però - in fondo alla prima pagina e a fianco delle immagini - erano state inserite delle foto di prodotti spagnoli. I nomi di questi prodotti apparivano anche nel testo e io li avevo presi e ricollocati nella traduzione senza pormi nessun problema di tradurli o 'localizzarli'.
Invece il mio revisore specializzato nel settore mi ha spiegato che è fondamentale gestire i nomi dei brand in questi testi perché il lettore italiano deve orientarsi un minimo nel testo d'arrivo e non ammattire per trovare un prodotto che magari nei supermercati italiani non è reperibile, oppure viene smerciato solo in una parte d'Italia per svariate mila ragioni.
Quando un editore ci invia un testo del genere dove ci sono marchi, la primissima cosa da fare è una ricerca localizzata in Italia di quel prodotto
Ad esempio se una bottiglietta di aceto balsamico del marchio 'Vinagrerías Riojanas' - che non viene importato in Italia - appare sia nel testo che nelle foto, la prima soluzione possibile per non mandare in crisi chi legge l'italiano sarà quella di generalizzare e scrivere 'prendete una bottiglietta di aceto balsamico modenese', senza citare marchi italiani di prodotti analoghi in questo caso, perché avete la foto che cita un'altro marchio e oltre a confondere le idee, è proprio brutto perché si noterebbe subito che è stato tradotto e l'editore non vuole che si capisca a colpo d'occhio.
Il motivo? Per contenere i costi, la casa editrice compra magari il tutto in coedizione e non può cambiare le immagini ed ha anche il limite della 'gabbia' per il testo. Con le coedizioni però l'editore può sempre comunque scegliere almeno un traduttore di fiducia al quale affidare la traduzione. Quindi sta al traduttore fare poi un ottimo lavoro completo, ma soprattutto il traduttore può, anzi, DEVE contattare l'editore per qualsiasi dubbio gli ronzi in testa, perché non possiamo consegnare un lavoro incompleto con ancora mille dubbi da risolvere per paura di disturbare l'editore. Se non chiedete e poi l'editore vi contesta moltissime cose che con due o tre domande avreste potuto risolvere in un battibaleno, rischiate di farci voi una brutta figura per negligenza e, ciliegina sulla torta, che vi vengano decurtate le battute dal conteggio per il pagamento.
Una seconda alternativa invece - tornando alla bottiglietta di aceto - sarebbe quella che, in assenza di foto si può citare un prodotto analogo di un noto marchio italiano (es. PONTI), però sempre previa consultazione con l'editore, cioè proponendogli la soluzione e chiedendogli se gli andasse bene fare la stessa sostituzione per tutti i marchi che incontrerete.
La terza e ultima invece sarebbe quella di mantenere il nome solo se il prodotto in Italia viene trovato facilmente nei supermercati (mi viene in mente il vasetto di yogurt Mueller per il tedesco).
Diciamo anche però che per alcuni prodotti però bisogna stare molto attenti!
Attenzione alle calorie e a tutti quei simpatici schemini di proteine, carboidrati, zuccheri ecc..che trovate dietro sulle etichette dei prodotti, perché magari una ricotta spagnola di un certo marchio ha il doppio oppure la metà delle calorie di quella italiana con cui la andate a sostituire. I libri italiani di cucina, salute e benessere prestano attenzione a questo aspetto, per cui occhio a fare le giuste sostituzioni!
Vi metto questo link utilissimo dove si possono fare ricerche per alimenti per nutrienti e che può servire per fare proprio le sostituzioni degli alimenti a livello di localizzazione.

Eccolo qua:

Un esempio di questo genere: il mascarpone per i suoi valori nutrizionali del calcio potrebbe essere un valido sostituto della creme fraiche francese, entrambi hanno circa 70 mg di calcio ogni 100 g!

Buona ricerca e traduzione culinaria a tutti ;-)

giovedì 27 marzo 2014

Carpe diem alla Bologna Children's Book Fair 2014

Come non scrivere un post a proposito della Fiera di Bologna sull'editoria per bambini e ragazzi?
Lunedì e martedì di questa settimana sono tornata a Bologna, come ogni anno ormai dal 2006, per visitare questa meravigliosa fiera (Paese ospite: Brasile); uno straordinario punto d'incontro per traduttori, illustratori, agenti letterari, ma anche tra editori stessi per l'acquisto e la vendita dei diritti in cerca nuovi testi da pubblicare. Quando varco la soglia di quella fiera, ebbene sì, io non capisco più niente. Mi assale un'euforia tale che mi 'calmo' solo quando esco. Non male vero?!?
Credo sia più che giustificabile. Tralasciando la bellezza e la molteplicità dei libri che si possono vedere, toccare, sfogliare, capire le novità del mercato ma soprattutto 'annusare' che aria tira nell'editoria oggigiorno e quali strategie adottare per farsi notare, lì un traduttore ha mille - che dico - duemila e forse più possibilità di giocarsi bene le carte per proporsi, analizzare bene oggi cosa vuole/chiede una casa editrice e quali sono i veri scogli di questo mondo 'misterioso'.
Duro anche, perché è dura entrare a farne parte. C'è una dura selezione: di traduttori ce ne sono tanti, ma ad ogni modo non bisogna MAI perdere la speranza e cercare di sferrare l'attacco al momento giusto.
Voglio raccontare qui un episodio che mi è successo in fiera e che molto probabilmente mi porteranno altre traduzioni. Questo per far capire come io sia andata subito non direttamente dall'editore, ma abbia raggiunto il mio obiettivo per vie traverse, riuscendo più di altre/i ad ottenere quello che volevo, attirando l'attenzione di chi era seduto/a nello stand.
Il primo giorno dopo aver distribuito un po' di biglietti da visita, ad un certo punto un monitor attrae la mia attenzione in uno stand della Gran Bretagna. Immagini del lavoro in casa editrice, illustratori, copertine ecc...quindi così anche solo per guardare, ma per 'provare a sfruttare' soprattutto questa opportunità (visto che esposti avevano solo titoli inglesi - non si sa mai) mi fermo a lungo e guardo.
Ad un tratto una ragazza seduta si alza e mi chiede in inglese 'ti piace'?
Io dico di sì e lei 'Mmm...ok, bene, come mai? Sei un editore?
Io molto vagamente 'No, non proprio, sono una traduttrice freelance e ho già collaborato nel settore editoriale per bambini..'
Lei 'Davvero? Noi credo che potremmo avere in effetti bisogno di far tradurre qualcosa...'
Io 'verso l'Italiano?'
Lei 'Anche!'
Non vi dico la speranza e la gioia che ho provato. Ha iniziato a tirare fuori alcuni libri piccoli per bambini, altri ancora sulla didattica, e per finire..la cucina/ricette per bambini!! I LOVE COOKING!!!!
Copertine e testi troppo belli, giuro che alla fine non sapevo più dove guardare.
Mi ha chiesto le tariffe, abbiamo parlato un po'. Alla fine ci siamo scambiate i contatti e io sono uscita.
Lei mi ha detto prima di andarmene 'I will keep you in mind!' e io ho pensato 'speriamo, ma magari tra 10 minuti si è già dimenticata di me...'. Però la speranza l'ho tenuta viva.

..Stamani mi ha scritto!
Mi ha mandato la richiesta di preventivo per 6 librini dall'Inglese di due personaggi nuovi della loro serie!
Non vi dico quanto ero felice, adesso c'è solo da sperare che accetti...questi sono i veri momenti dove i sacrifici della vita ti ripagano di tutto quanto quello che hai 'sudato'.


mercoledì 30 ottobre 2013

Sull'onestà del traduttore

Ieri è apparso su Langit un messaggio di un collega traduttore che, giustamente, alla richiesta arrivatagli sul suo blog e che qui riassumo 'cerco un traduttore onesto che sappia tradurre il mio libro in questa e quella lingua, come se fosse stato scritto da uno di quei posti, per 4/5 € a cartella, perché i professionisti chiedono troppo' ha saputo rispondere in modo egregio. 
Riporto qui la sua risposta alla richiesta del cliente:

«(RICHIESTA) Un freelance esperto, insomma, con prezzi onesti (massimo 4/5 euro a cartella).» (RISPOSTA) Qui da ridere non ce n’è proprio. Non dubito che a queste cifre si trovino dei freelance disposti a tradurre, mettendo a grave rischio l’investimento nel progetto editoriale che Lei sta curando. Sono anche certo, però, che i traduttori che chiedono 15, 20, 30, ma anche 50 e più euro a cartella, non sono affatto disonesti. Se li meritano.

Stamani ad un certo punto in lista è apparsa una mail in cui un'altra collega ha scritto:

Ciao XXXX (riferito al collega autore del post sul blog), mi sembra si stia un po' esagerando..
Dire che un artigiano, o professionista o commerciante fa "prezzi onesti"
non significa darne una valutazione di moralità e onestà, è un modo di dire colloquiale che vuole semplicemente intendere che applica prezzi giusti, in linea col mercato, senza farci la cresta più del dovuto, magari come fanno alcuni bar o ristoranti nei paesini turistici...

CHI CHIEDE DI PIU' NON FA LA CRESTA. Questo è il mio pensiero, che ho fatto mio da quasi subito appena entrai nel mondo della traduzione, dopo aver visto e sentito cose che non avevano alcun senso.

Quindi subito ho risposto in lista:

"Io ammetto che se vado in un bar e chiedo un caffè o un panino e poi vado in un altro e mi costa la metà vado nel secondo. Però qui stiamo parlando di fare un lavoro professionale di traduzione, un libro che deve reso in ogni sua sfumatura, senso, significato e pensiero di chi l ha scritto senza scrivere strafalcioni, non di cibo, che posso anche arrangiarmi. Io fossi un cliente se mi facessero due preventivi e uno mi chiedesse di più mi chiederei perché, se il primo ha meno esperienza o meno studi nel settore e il secondo ne ha molta di più, io per quel romanzo o qualsiasi altro testo mi rivolgerei a quello più caro per una questione di sue maggiori competenze ed esperienze. Secondo me un traduttore applica certe tariffe non perché 'ci marcia' ma perché sa cosa sa fare, come lo sa fare e ha strumenti idonei. Insomma, conosce il suo valore di mercato. Questo sarebbe quello che uno dovrebbe fare, a regola...". 

Ma purtroppo la regola non è sempre così, e da qui nasce l'errore, l'errore di svendere il proprio operato.
Anche io mi aggiungo: non svendetevi, perché i prezzi che un traduttore applica sono sicuramente prezzi onesti e relativi alle sue capacità. Non abbiate paura di dire le vostre tariffe, anzi motivate il perché delle vostre richieste -se vi viene richiesto- con tranquillità. Chi chiede poco a cartella sa benissimo che non è specializzato, qualificato ecc... per cui sa che non può chiedere 15/18/20/25 € a cartella, e questo il cliente lo deve percepire subito, se è furbo. Perché se qualcuno laureato, specializzato, qualificato in lingue e traduzione e con tanta tanta esperienza ecc... si comportasse così, beh, mi dispiace per lui/lei, ma non è intelligente e si ritroverà presto sommerso da tante frustrazioni.
Chi fa questo lavoro di mestiere lo fa seriamente perché ha tutte le carte/esperienze/qualifiche/capacità per farlo, punto e basta. E le tariffe che applica sono più che oneste, sono vere. 

lunedì 21 ottobre 2013

I rapporti d'affari in Tedesco: la struttura della lettera d'invito

Oggi voglio parlarvi di come strutturare in Tedesco un invito scritto di partecipazione a una fiera internazionale di prodotti/marchi/servizi; inoltre fornirvi anche un po' di lessico specifico e traduzione di un esempio di lettera. 
Parliamo dunque di rapporti d'affari commerciali in generale, ovvero i Geschaeftsverbindungen tra aziende e clienti/potenziali clienti.

Le fiere (die Messen) sono un importante punto d'incontro (Treffpunkt) tra il venditore (Anbieter) e i clienti (Kunden). In queste occasioni ci si può informare su prodotti, prezzi, qualità, trend di mercato, nuove uscite ecc...
Ma soprattuto le fiere servono per trovare nuovi clienti oppure continuare a curare 'gli acquisiti' (alte Kontakte). Per chi partecipa alle fiere è molto importante organizzare la pianificazione (die Planung) di tutto quanto molto prima dell'inizio dell'evento. 
Inviare un invito (die Einladung) ai clienti - o potenziali clienti - rientra in una delle prime cose da sbrigare. Non solo è importante scegliere il layout giusto e professionale della lettera, ma anche scegliere il giusto linguaggio formale, perché sono i canoni dell'invito cartaceo, che resta scritto su un foglio ed è l'immagine di un'azienda (der Betrieb/die Firma), che attraverso questo documento si deve presentare al meglio.

Una possibile struttura della lettera d'invito (der Einladungsbrief) che è diversa dalla lettera commerciale (der Geschaeftsbrief) potrebbe essere come segue:


Einladungsbrief /Lettera d'invito

Formula d'apertura             (Sehr geehter Herr/Sehr geehrte Frau/Sehr geehte Damen und Herren)

Breve introduzione/presentazione                          kurze Einleitung/Vorstellung
Messaggio di partecipazione alla fiera                  Mitteilung ueber Teilnahme an der Messe


Parte principale       Hauptteil
Informazioni sulla fiera   Informationen ueber die Messe
  • oggetto       Thema der Messe  
  • data e luogo     Datum und Ort
  • info sullo stand      Informationen ueber den eigenen Ausstellungsstan
  • orari di apertura/biglietti di entrata   Oeffnungszeiten, Eintrittskarten
  • come arrivare     Anfahrt
 Conclusione    sich verabschieden
 Fiducia in un incontro alla manifestazione    Hoffnung, sich an der Messe zu treffen


Facciamo un esempio pratico (ipotesi) di lettera d'invito e di traduzione da parte di un'azienda tedesca che parteciperà alla fiera Cosmoprof di Bologna alla Manager di una società cliente italiana:

Esempio pratico

Sehr geehrte Frau Bianchi,
Gentilissima Sig.ra Bianchi,


mit diesem Brief wollen wir Sie darueber informieren, dass wir auch in diesem Jahr an der Messe Cosmoprof in Bologna teilnehmen werden./con la presente siamo a informarLa che anche quest'anno parteciperemo (oppure saremo presenti) alla fiera Cosmoprof di Bologna.

Die Messe ist ein beliebter Treffpunkt fuer Liebhaber von Schoenheit und Make-up./La fiera è un famoso punto di ritrovo (o nota occasione d'incontro) per gli amanti della bellezza e del trucco.


Wir moechten die vom 26.2.2014 bis 3.3.2014 auf dem Messegelaende Bologna stattfindende Messe dazu nutzen, Ihnen unsere neue Produkte vorzustellen. Insbesondere werden wir fuer alle Besucher unseres Messestandes einen freien Beweis mit unserem neuen Fruehlings-Make-up./In occasione di questa fiera - che si svolgerà dal 26/2/2014 al 3/3/2014 presso l'area Bologna Fiere - coglieremo l'opportunità per presentare i nostri nuovi prodotti. In particolare, faremo una dimostrazione gratuita con il nostro nuovo Make-up primaverile per tutti i visitatori dello stand.

Ueber Fragen zu Preise, Lieferungen, und Versand wird Sie vor Ort Herr Roesch informieren. Relativamente a/Per quanto riguarda prezzi, consegne e spedizione potrà informarsi direttamente in loco dal Sig. Roesch.


Die Messe ist von 8:30 bis 18:30 fuer Besucher geoeffnet./La fiera è aperta ai visitatori dalle ore 8:30 alle ore 19:00.

Weitere Informationen koennen Sie unter XXXXXXXX (Web Seite) finden./Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito XXXXXXXX.

Wir hoffen dazu, Sie an der Messe treffen zu koennen./Ci auguriamo di poterLa incontrare in fiera.



Mit besten Gruessen,
Con i migliori saluti,

Alexandra Grau